Ricorre il 24 aprile il centenario della nascita di Amelio Carlini. Conosciutissimo a Tolentino e non solo, è stato uno degli ultimi “Maestri – Artigiani” che con la loro grande “cultura del lavoro” e con le loro creazioni artistiche hanno lasciato un segno indelebile.

Lo storico Enzo Calcaterra, nella monografia a lui dedicata, lo definiva, in occasione di una mostra di sue sculture promossa per TolentinoExpo, l’ultimo artigiano di Tolentino, appartenente a quella categoria di Maestri artigiani come falegnami, fabbri, calzolai, oggi purtroppo, scomparsi che con le loro botteghe animavano il tessuto sociale cittadino.

Nei suoi lavori, vere sculture su marmo, il sapiente uso delle mani si fonde con l’arte dando vita ad altissimi spunti creativi che sfociano in manufatti che sono vere e proprie opere d’arte.

Amelio Carlini prima di morire ha voluto donare parte delle sue opere alla Città di Tolentino e questo piccolo patrimonio artistico, attualmente conservato nelle sale espositive di Palazzo Sangallo, attende di essere valorizzato con una esposizione permanente che è allo studio dell’Amministrazione comunale.

Carlini, fin da giovanissimo, ha iniziato nelle antiche botteghe artigiane ad apprendere i primi rudimenti per la lavorazione del marmo. Fu spinto a frequentare la Scuola d’Arte dove si applicò con diligenza.  Passato il periodo della guerra, riprese a lavorare, tra le comprensibili difficoltà del tempo, nelle botteghe artigiane cittadine. Fu agli inizi degli anni ’50 che decise di aprire il suo laboratorio artigianale e per risparmiare coinvolse altri ingegnosi artigiani locali per farsi realizzare macchine capaci di fresare e tagliare il marmo, pezzi unici ancora oggi perfettamente funzionanti. Spostò il suo laboratorio da via Filefo in piazzetta Piccinino, dove edificò casa e spazi produttivi e assunse anche collaboratori. Tutto proseguì per il meglio fino agli inizi degli anni 2000 quando, per alcuni problemi cardiaci, dovette rallentare la sua attività. In realtà continuerà a scolpire fino alla sua morte, con il rimpianto di non aver trovato un giovane, malgrado tanti appelli, anche pubblici, voglioso di continuare la sua arte.

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Ufficio Stampa