Non se ne sta quieto, né mostra di essere pago di una creatività scontata e ripetuta; si arrovella invece
nel cercare non composizioni nuove, ma nuove soluzioni formali, quasi soggiogato dalla esigenza di
un'impossibile perfezione. P. Zampetti, 1986
Un progetto dedicato a Carlo Crivelli (Venezia, 1430 – 1435 circa – Ascoli Piceno?, 1495) invita il pubblico
a un viaggio di scoperta verso le meraviglie della pittura di uno dei maestri del Rinascimento attraverso
una terra ricca di storia e arte. Un percorso che parte da Macerata, sede della mostra, all’interno di
Palazzo Buonaccorsi e prosegue in 8 comuni della Regione Marche che conservano opere dell’artista o a
esso fortemente collegate in una serie di, come suggerisce il titolo, relazioni meravigliose.
“ ‘Relazioni meravigliose’ il titolo scelto per la mostra dedicata a uno dei maestri del Rinascimento,
relazioni che la città di Macerata e tutto l'Ufficio Cultura, che ho l'onore di rappresentare – interviene
l’assessore alla Cultura del Comune di Macerata Katiuscia Cassetta – hanno intessuto in questo lungo
anno di preparazione e ora siamo finalmente pronti per partire. Relazioni tra curatori, esperti, Istituzioni,
Musei nazionali, internazionali e privati che con slancio hanno lavorato alacremente e permesso di
realizzare il sogno di avere a Macerata una serie di opere uniche del Crivelli che svelano a tutti noi la
perfezione della sua tecnica. Meraviglia offerta a noi marchigiani e ai tanti amanti della sua opera diffusi
in tutto il mondo, come le sue stesse opere che siamo pronti a far tornare e accogliere con un
allestimento unico. Una mostra importante, sostenuta dall'Amministrazione con convinzione per
valorizzare l'opera dei Musei Civici, finalmente restaurata, e inserirla tra i capolavori del grande pittore
che dialogherà con altre opere e con tutti noi, moderni visitatori.”
“Macerata si pone come “porta di accesso” al territorio della provincia e dell’intera regione con la prima
importante mostra di carattere internazionale che la Città dedica a Carlo Crivelli – afferma l’assessore al
Turismo Riccardo Sacchi -. La mostra, connettendosi idealmente con le eccellenze del paesaggio
maceratese, dove ancora oggi si trovano molti dipinti di Carlo Crivelli, del fratello Vittore e dei loro
seguaci, consente ai visitatori di ricomporre il rocambolesco puzzle di questo museo diffuso che si
sviluppa nel territorio marchigiano attraverso gli “Itinerari crivelleschi”.
In questo senso le "relazioni meravigliose" raccontano il rapporto tra le opere e il paesaggio, offrendo
l’opportunità della scoperta culturale combinandola con percorsi paralleli, turistici, spirituali,
enogastronomici, immersi nelle sconfinate bellezze della nostra Marca Maceratese.
L’occasione di Carlo Crivelli. Le relazioni meravigliose, a cura di Francesca Coltrinari e Giuliana Pascucci,
è l’importante intervento di restauro realizzato a favore della Madonna con il Bambino di Crivelli,
custodita a Palazzo Bonaccorsi e presentata per la prima volta nella sua piena leggibilità e splendore. La
prima mostra monografica dedicata a Carlo Crivelli nelle Marche, la sua patria di adozione, che completa
la serie di progetti espositivi a lui dedicati a livello internazionale a partire dagli anni '2000 come Crivelli
e Brera, Milano, 2009; Ornament and Illusion. Carlo Crivelli of Venice, Boston, 2016; Gli ori di Crivelli,
Musei Vaticani, 2019; Carlo Crivelli. Shadows on the Sky, Birmingham, 2022.
Pittore inquieto, sperimentatore, pieno di grazia e di genio, Carlo Crivelli è una delle figure più
intriganti del XV secolo. Veneziano di nascita, in seguito ad una vicenda giudiziaria in cui fu coinvolto,

abbandona la laguna giungendo prima a Zara per poi trasferirsi nelle Marche, influenzando in modo
definitivo la storia dell’arte di quel territorio e non solo. Sconosciuto per decenni, riscoperto e adorato
soprattutto dagli artisti preraffaelliti inglesi, conteso dai collezionisti del mondo, Carlo Crivelli a oggi è
una figura indipendente che proietta il suo fascino, fatto di invenzioni sempre diverse, estrema
perfezione tecnica e mistero.

Macerata
La mostra all’interno dello straordinario Palazzo Buonaccorsi, progettato nel 1697 da Giovan Battista
Contini, allievo di Gian Lorenzo Bernini, raccoglie sei dipinti, provenienti da musei italiani e non solo,
selezionati con l’intento di riportare nel territorio di provenienza alcuni dei dipinti di Crivelli e di
presentare i più aggiornati contributi di ricerca e indagine di carattere scientifico evincendo le molteplici
relazioni "meravigliose" esistenti tra le opere, i maestri coevi, i musei che li hanno accolti fino ai
visitatori di oggi.
Accanto alla Madonna con il Bambino di Macerata saranno esposti: Madonna con il Bambino
proveniente da Accademia Carrara di Bergamo, Pietà (Cristo morto compianto dalla Vergine, san
Giovanni Evangelista e santa Maria Maddalena) dai Musei Vaticani, San Francesco che raccoglie il
sangue di Cristo da Museo Poldi Pezzoli di Milano, Cristo benedicente da Museo Nazionale di Castel
Sant’Angelo a Roma oltre a un’opera del fratello Vittore Crivelli, San Sebastiano e devoti custodita nei
depositi della Soprintendenza presso la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino e che sarà restituita a
fine mostra alla città di Montegiorgio, da cui proviene.
Itinerario Crivelli
Si parte da Macerata, dentro e fuori Palazzo Buonaccorsi, per proseguire poi verso Corridonia, San
Ginesio, Sarnano, Monte San Martino, San Severino Marche, Serrapetrona, Belforte del Chienti. Un
progetto che vuole far riscoprire l’opera di Crivelli, tra grandi pale d’altare e opere di formato ridotto per
la devozione privata, e il legame con il territorio marchigiano che lo ha ospitato (dal 1468 al 1495) e in
cui ha realizzato la maggior parte dei suoi capolavori.
Itinerario Crivelli, progetto sviluppato grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Macerata,
i comuni interessati e le diocesi di Macerata e Camerino, prevede opere del maestro veneziano e di
artisti a lui fortemente connessi, come il fratello Vittore Crivelli, l’allievo Pietro Alemanno, i Vivarini,
Giovanni Boccati, Lorenzo d’Alessandro da Sanseverino, esempi della tradizione del polittico veneziano
sia importato sia realizzato da maestri locali, oltre ad Antonio Solario, erede designato della bottega
dell’ultimo dei Crivelli.
La mostra è promossa da Regione Marche e Comune di Macerata, in collaborazione con l’Università
degli Studi di Macerata e Fondazione Carima.
Se la pittura ebbe incremento in Venezia da un nostro marchianno (alludendo a Gentile da Fabriano) non
l'ebbe minore fra noi per un veneto, che in questi luoghi si condusse e vi sparse moltissima luce. A. Ricci,
1834
Fortuna critica
Ignorato da Giorgio Vasari, la fortuna critica di Carlo Crivelli ha dovuto attendere decenni prima di
essere riconosciuta. Dalla fine del Settecento molte sue opere entrano nel mercato antiquario e si avvia
la disgraziata scomposizione di alcuni dei suoi polittici marchigiani, oltre all’aggiunta di firme poi
dichiarate false. Nell’Ottocento l’insistere della ricerca rispetto ai rapporti tra Venezia e le Marche
riporta l’attenzione sul maestro, in ogni caso se da una parte la storia dell’arte si occupa di lui, dall’altra

il mercato lo fraintende disperdendo, senza rispetto alcuno, molti capolavori. Oltre alle soppressioni
napoleoniche che trasferiscono molte opere a Milano presso Pinacoteca di Brera, la grande migrazione
avviene verso la Gran Bretagna tanto che a oggi, National Gallery di Londra conserva il più importante
corpus al mondo di suoi dipinti. La fortuna nel mondo anglosassone è ben spiegata tenendo presente il
crescente gusto preraffaelita che trova in Crivelli straordinari rimandi, caratteristiche che affascinano a
tutt’oggi. Molti e importanti gli storici dell’arte che, negli anni, hanno studiato e scritto di Crivelli, da
Cavalcaselle a Rushforth, da Venturi a Berenson che racconta dell’autore scrivendo "e non ci stanca
mai", oltre a Longhi, Zampetti, Davies e Zeri, fino alle più recenti ricerche di Lightbown, Daffra, Di
Lorenzo, Campbell Golsenne, Hilliam e altri che confermano Crivelli uno dei più singolari, inquieti,
sperimentali, preziosi, straordinari talenti del XV secolo.
Breve biografia
Carlo Crivelli, figlio d’arte e fratello del pittore Vittore (con il quale ebbe pessimi rapporti ma da cui fu
sempre seguito e imitato), nasce presumibilmente tra il 1430 e il 1435 a Venezia. Ben presto si allontana
dalla Laguna, in seguito a una condanna per concubinato con la moglie di un marinaio. Rispetto ai primi
anni veneziani non si conservano opere documentate con certezza e si è ipotizzato che Crivelli si sia
formato con i Vivarini oppure con i Bellini. Sulla base della sua cultura figurativa e dello stile è invece
certa la frequentazione della Padova della metà del '400, caratterizzata dalla presenza di Donatello e
Filippo Lippi e dalla bottega dello Squarcione. Dopo la condanna nel 1457 l’artista viaggia verso Zara,
città croata ai tempi parte della Serenissima; in seguito, seguendo le rotte di mercanti e artisti, giunge a
Fermo, nelle Marche e dopo pochi anni fissa la sua residenza ad Ascoli Piceno. La sua presenza è
attestata in vari centri delle Marche come, ad esempio, oltre a Macerata e Ascoli, a
Camerino, Matelica, Fabriano e Pergola. Nel 1489 ottiene il titolo di cavaliere, quasi certamente per i
suoi meriti artistici. Si ha notizia della morte nel 1495, non è certo se ad Ascoli o a Camerino, da una
lettera del fratello Vittore che rivendica l’eredità.
CARLO CRIVELLI. LE RELAZIONI MERAVIGLIOSE
Macerata, Palazzo Buonaccorsi e Regione Marche
7 ottobre 2022 – 12 febbraio 2023
a cura di Francesca Coltrinari e Giuliana Pascucci
Nella foto: l’opera di Carlo Crivelli “Madonna con il Bambino”
S:_ComunicazioneCom 2022Presentazione mostra Crivelli.doc
COMUNICATO STAMPA N. 2
venerdì 12 agosto 2022
OGGETTO: Torna il Festival internazionale del
Folklore – Incontro di cultura popolare
Per “Estate a Macerata 2022” è il momento del Festival Internazionale del Folklore – Incontro di
Cultura Popolare che aprirà gli appuntamenti di Macerata, martedì 16 agosto alle 21,30, con la
FolkFest  in piazza della Libertà, un momento in cui i giovani artisti dei gruppi internazionali
ospiti proporranno le loro musiche tipiche e coinvolgeranno il pubblico nei loro balli, in una festa
di piazza piena di allegria.
“In linea con uno degli asset di valorizzazione strategica della Regione – interviene l’assessore
agli Eventi Riccardo Sacchi – siamo fermamente convinti che le tradizioni, il folklore siano tra i

ufficio stampa adicorbetta
press@adicorbetta.org
t. 02 36594081

migliori veicoli del’immagine delle Marche, in Italia e nel mondo. Il 28esimo Festival del
Folklore organizzato da ‘Li Pistacoppi’ sviluppa efficacemente queste tematiche, valorizzando il
nostro patrimonio culturale e popolare preservandolo, nonché trasmettendolo alle nuove
generazioni. Per questo sosteniamo questo evento e l’associazione ‘Li Pistacoppi’ che, con
passione ed entusiasmo quotidiani, valorizzano, nutrono e mantengono vive le tradizioni,
prezioso patrimonio della nostra terra.”
“Siamo arrivati con sacrificio e dedizione anche quest'anno al momento più importante del
nostro percorso annuale, il Festival Internazionale del Folklore – interviene Maria Assunta
Evangelista, presidente de Li Pistacoppi -. Questa dovrebbe essere l'edizione del ritorno alla
normalità dopo la pandemia, ma niente è più uguale a prima. In un mondo in cui prevale spesso
l'odio, la prevaricazione sull'altro, la disistima, noi vogliamo ribadire attraverso la musica, la
danza, che le proprie radici e le proprie tradizioni possono essere fonte di pace e fratellanza tra i
popoli. Questo è un linguaggio universale che può andare oltre ogni differenza, anzi queste
vengono valorizzate e vengono rese fonte di scambio e di crescita. Saliranno sul palco 120 artisti
di lingua e culture diverse che condivideranno otto giorni di impegni, ritmi serrati ma anche
momenti di divertimento e fratellanza, e questo non può che essere un messaggio forte contro le
divisioni e l'odio.”
Gli appuntamenti proseguono il 17 agosto all’Arena Sferisterio con  uno spettacolo pieno di
colori e musiche all’insegna dell’interculturalità con tutti i gruppi provenienti dal Messico
Occidente Corazon De Jalisco, dagli USA di origine azteca Danza Xocoyote, dalla Slovacchia
con il Gruppo folklorico Urpin e dall’Ungheria con Hortbagy Folk Dance Ensemble.
Naturalmente si esibirà anche il gruppo folk maceratese Li Pistacoppi.
Il biglietto d’ingresso può essere acquistato alla Biglietteria dei Teatri in piazza Mazzini apertoa
da martedì a sabato dalle 10.30 alle 18.30, il giorno dello spettacolo anche dalle 19.30 fino ad
inizio spettacolo, tel. 0733.230735 | boxoffice@sferisterio.it .
Il Festival itinerante del Folklore proseguirà il  20 agosto a Visso, il 21 a Montelupone e il 22
agosto a Morrovalle. Il 21 agosto a Macerata, alle 10, nella chiesa del Buon Pastore a Collevario
il vescovo Monsignor Nazzareno Marconi celebrerà una messa cui parteciperanno tutti i gruppi
nei loro costumi tradizionali.
Giunto alla 28^ edizione, il festival è promosso dall’associazione culturale Li Pistacoppi e
organizzato con il sostegno dell’assessorato agli Eventi del Comune di Macerata e della
Provincia di Macerata. E’ diventato negli anni un appuntamento molto amato dal pubblico,
un’occasione per conoscere le tradizioni e i costumi di tante popolazioni lontane, attraverso la
loro musica e loro balli tradizionali. Grazie al festival e alla permanenza a Macerata dei gruppi
partecipanti, la città vive un’atmosfera internazionale e si assiste a un esempio di integrazione,
dialogo interculturale e conoscenza reciproca tra tanti giovani che attraverso il linguaggio
universale della musica e della danza stringono legami tra loro, coinvolgendo anche la città in un
clima di fratellanza, allegria e spensieratezza.
Infine, in occasione della Folk Fest, il Comando della Polizia locale ha emesso un’ordinanza che
prevede per la giornata del 16 agosto, in piazza della Libertà, il divieto di sosta, con rimozione
forzata, eccetto spazi riservati ai diversamente abili, dalle 19 alle 24 e il divieto di transito,
eccetto autorizzati, a partire dalle 21.