Apre domani (giovedi 23) a Tolentino al teatro Politeama il festival dell’umorismo che accompagna il concorso per artisti giunto alla 32esima edizione e festeggia il decennale. In anteprima un video su questi 10 anni di risate, ironia e leggerezza. Pomeriggio di inaugurazione con il fumettista Maicol&Mirco e il comico Piero Massimo Macchini
Il festival della filosofia dell’umorismo compie 10 anni e a Tolentino Biumor festeggia il decennale durante la 32esima Biennale d’arte umoristica giovedì 23 novembre. In occasione dell’anteprima dell’appuntamento che precede la premiazione, la direttrice artistica di Popsophia terrà una lectio su filosofia e umorismo, ripercorrendo i 10 anni di Biumor.
Il programma si apre nel pomeriggio al teatro Politeama alle 17.30 con il direttore artistico Evio Hermas Ercoli che farà un’introduzione alla 32esima edizione della Biennale. Una mostra record con il numero più alto di partecipanti mai pervenuto in questi dieci anni. A seguire due incontri: quello con Michael Rocchetti, presidente della giuria di valutazione delle opere, fumettista noto con lo pseudonimo di Maicol&Mirco che presenterà il suo ultimo lavoro: “Natura Morta, una domanda a Giorgio Morandi”. Un ritratto atipico dell’artista bolognese descritto attraverso le sue “cose” e il suo laboratorio in un immaginario incontro con un “amico fragile”. A seguire Piero Massimo Macchini porta un monologo in cui, a dispetto del titolo, non farà sicuramente “Scena Muta. Anzi, al pubblico di Biumor racconterà tutte quelle volte che ci viene da rimanere attoniti e sbalorditi di fronte alla contemporaneità. E anche quanto è ingiusto restarsene zitti. A seguire la lectio di Lucrezia Ercoli, direttrice artistica di Popsophia su Filosofia e umorismo con la proiezione del docu film sul decennale.
Dieci anni in cui il festival ha vestito di innovazioni culturali e irriverenza artistica le location più suggestive della città: dal castello della Rancia con i suoi spazi medievali, il cortile con gli spettacoli con musica dal vivo, l’auditorium con le lectio pop, la torre con le installazioni multimediali e le mostre di manifesti e fotografie. Fino allo spazio polivalente del teatro Politeama con conferenze, aperitivi filosofici, spazi espositivi interattivi. Fino al rinnovato teatro Vaccaj, inaugurato proprio da Biumor dopo i lunghi anni della chiusura con spettacoli di musica e filosofia che hanno attivato migliaia di persone da tutte le regioni d’Italia. Nato dalla suggestione di rispondere alla domanda: “Cosa significa ridere?”, Biumor in questi anni ha ricercato le risposte nell’analisi della contemporaneità e nei fenomeni culturali di massa, interpretando i nuovi linguaggi della comicità.
Dimmi come ridi e ti dirò chi sei: l’umorismo racconta la società che cambia e per ripercorrere questo decennio, come è nello stile di Popsophia, verrà presentato un video racconto curato dal regista Riccardo Minnucci che mostrerà i tanti ospiti e relatori: da Giulio Giorello a Umberto Curi, da Monia Andreani ai comici come Valerio Lundini, Piero Massimo Macchini, artisti come Luca Boschi e Maurizio Galimberti, giornalisti come Angela Azzaro ed Enrico Ghezzi, scrittrici come Licia Troisi ed Eleonora Caruso e infine gli interpreti di nuovi fenomeni della comicità sul web, dal collettivo The Pills alla pagina Lercio fino al nostro Degrado postmezzadrile. Le tante voci che hanno contribuito alla riflessione sull’arte della risata amara e malinconica.
“Umorismo e filosofia hanno lo stesso scopo: gettare un’ombra di diffidenza sulle ovvietà del senso comune, sulle premesse ideologiche, sui pregiudizi culturali – sottolinea la direttrice artistica Lucrezia Ercoli – Mentre fanno crollare queste certezze, aprono nuove possibilità di risemantizzazione, nuovi punti di vista, nuovi sguardi sul mondo. Il filosofo che ha imparato a ridere è in grado di inventare modi alternativi e nuovi di pensare il presente. Fare umorismo è un modo per imparare a “filosofare” e fare filosofia è un modo per imparare a “ridere”: imparare ad avere il distacco necessario per non prendere nulla troppo sul serio e per non cedere all’arroganza della verità assoluta”.