Sarà una breve ma solenne cerimonia quella organizzata dalla Prefettura di Macerata per celebrare il 74° anniversario della nascita della Repubblica italiana. L’appuntamento, per le sole autorità civili e militari invitate dal Prefetto Iolanda Rolli, è per martedì 2 giugno, alle ore 9, al Monumento ai Caduti in piazza della Vittoria. Dopo l’afflusso di gonfaloni e labari, il posizionamento di una corona ai piedi del monumento alla Vittoria, alle 9.30 prenderà il via la cerimonia a cui seguirà l’alzabandiera, l’onore ai caduti, la lettura della preghiera alla Patria e del messaggio del Presidente della Repubblica.

Prima del termine, il sindaco Romano Carancini donerà a Elena Lisi e Luca Ricciotti, in rappresentanza dei neo diciottenni maceratesi, una copia della Costituzione italiana. Si tratta di un atto simbolico voluto dal primo cittadino in attesa della vera cerimonia di consegna della legge fondamentale dello Stato italiano a tutti i ragazzi che compiono il 18° anno di età nel corso del 2020 che è soltanto rimandata. Un gesto per ricordare alle giovani generazioni l’origine e la storia della democrazia in Italia.

“Più ci si allontana dal 2 giugno 1946 e più solida deve essere la memoria di un giorno che segnò la rinascita dell’Italia intera – afferma il sindaco Romano Carancini – Per questo ogni 2 giugno dobbiamo festeggiare e narrare quel momento fondante del nostro Paese. Il 2 giugno del 2020 è diverso ma, a ben osservare, assomiglia tantissimo a quel 2 giugno del 1946. Lì venivamo da una guerra tra popoli, qui usciamo da una pandemia, da una guerra sanitaria. Lì c’era un sentimento di coesione nazionale verso un nuovo inizio, qui ci troviamo di fronte alla voglia di uscire da una crisi sociale ed economica drammatica.
Per questo nel festeggiare il 2 giugno del 2020 dobbiamo riportarci con lo spirito a quel 2 giugno 1946. In questi pochi mesi non è stata l’emergenza sanitaria ad accrescere il sentimento di coesione nazionale nel nostro Paese bensì, in realtà, a cambiare il senso e lo spirito di unità e solidarietà sono stati i medici, gli infermieri, il sistema del volontariato, insomma gli uomini e le donne che si sono messi al servizio degli altri.
Loro, in particolare, in questo momento ci hanno insegnato cosa vuol dire essere popolo, il valore della solidarietà ed il sacrificio, anche della propria vita, per gli altri.
C’è un’ulteriore analogia con il 1946.
A portare sulle proprie spalle il segno più profondo di questa drammatica emergenza sanitaria, sono state soprattutto le donne. Anche il 2 giugno 1946 le donne furono decisive, per la prima volta al voto, nella scelta della Repubblica piuttosto che la monarchia.
È difficile in questo momento dire se continueremo ad essere divisi o se torneremo ad essere un Paese più unito ma la storia dei giorni nostri ci ha restituito la memoria. Certo in un contesto di grandi disuguaglianze i mesi prossimi potrebbero essere devastanti ma spetterà a noi ritrovare un senso e lo spirito di unità di quel 2 giugno 1946.
Buona festa della Repubblica a tutti”.